Nome scientifico: Lepus europaeus
- Patouà della Val Germanasca: Lèoure
- Patouà di Pragelato: Lhàourë
- Patouà di Bobbio Pellice: Lèoura
- Patouà della zona collinare di Luserna San Giovanni e Bricherasio: Leu
- Patouà di Rore e Sampeyre: Leure
- Patouà di Venasca: Leu
- Patouà delle Valli di Lanzo (Mezzenile): Lévra
- Patouà della Valle Stura (Vinadio): Lèbre
- Patouà Val Maria (Celle Macra): Lèoure
- Patouà della Val Gesso (Entraque): Lievrè
- Patouà di Boves: Leu. Era usanza di alcuni cacciatori di quei tempi di appostarsi alle lepri al chiarore della luna nei coltivi di segale e “gragn bertun” (varietà di grano a semina primaverile), in certi casi seminati apposta anche per tale scopo. Attualmente non ci sono dati per stabilire se esistono ancora esemplari appartenenti ai gruppi autoctoni o se ci siano solo più soggetti che ogni anno vengono rilasciati per fini venatori. E’ specie cacciabile. Alcuni ritengono che la vera lepre potesse avere per ogni nidiata un solo leprotto. Un tempo per essere certi della presenza della lepre in un determinato luogo, era sufficiente conficcare un paletto in mezzo ad un prato, l’animale, di indole estremamente curiosa, la notte stessa sarebbe andato a defecargli vicino.
- Patouà di Elva: Leure
In francese lo chiamano Lièvre
* tratto da “Bestie, bestiétte, bestiäs”, di Delpiano Franco e Giuliano Fausto, edizioni Primalpe, Boves, dicembre 2002
Nessun commento:
Posta un commento